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Storie canine (e feline) in attesa di lieto fine. Dall’autrice di “Paco, il Re della strada”, “I miei musi ispiratori” e “Occhi sbarrati”.

DOPO IL GRANDE SUCCESSO DI “OCCHI SBARRATI”, UN NUOVO REPORTAGE FOTOGRAFICO TRA GLI ANGELI DIMENTICATI DI UN RIFUGIO PER DARE VOCE A CHI VOCE NON HA MA HA ANCORA TANTA SPERANZA NEL CUORE.

Un libro fotografico toccante ed emozionante ambientato ancora una volta al rifugio Fratelli Minori di Olbia per riflettere sulla crudeltà dell’abbandono.

Quindici anni dopo l’uscita di Occhi sbarrati – Reportage dal canile Diana Lanciotti entra di nuovo con la macchina fotografica all’interno di un rifugio per testimoniare l’amore che sgorga dai cuori dei cani e dei gatti salvati dalla strada e dai cuori delle persone meravigliose che li accudiscono ridando loro dignità, amore e speranza. Così come Occhi sbarrati, anche Cuori grandi così è un originalissimo e succoso libro fotografico per gli appassionati di fotografia e di animali.
Cuori grandi così sono i cuori infranti, traditi dagli umani, ma ancora capaci di dare amore, tanto amore, al di là e al di sopra di qualunque delusione ricevuta.
Ancora una volta Diana Lanciotti unisce la sua passione per la fotografia e per gli animali con la voglia di fare qualcosa, come solo lei sa fare, con immagini che colpiscono al cuore (e non allo stomaco, secondo il suo stile pacato ed equilibrato, cioè lo stile del Fondo Amici di Paco, che ha per motto “persuadere con dolcezza”) e aprono la mente.
“La macchina fotografica”, spiega Diana, “è il mio scudo e nel contempo la mia mano tesa a ognuno di loro: me ne faccio scudo per non essere travolta dalla commozione, e ne faccio un tramite per potermi sentire più vicina a loro, attraverso le sbarre, e per dire a chi è fuori da qui che qui dentro ci sono centinaia di cuori sanguinanti in attesa di una nuova occasione per vivere e amare.”
Sono foto che parlano, quelle di Diana, e fanno riflettere. Così come fanno riflettere i commenti, scritti con commossa partecipazione da una donna che, animalista non di professione ma per amore (veramente lei non ama la definizione di animalista, ma preferisce che si dica di lei che ama gli animali e vuole aiutarli), usa i propri “ferri del mestiere” (oltre che scrittrice la Lanciotti è pubblicitaria) per creare un libro che spieghi che l’abbandono è una crudeltà indegna per una società civile.
Diana mise piede per la prima volta in un canile il 28 febbraio del 1992. Una settimana dopo vi faceva ritorno e ne usciva con Paco al guinzaglio, e un biglietto di sola andata per un viaggio negli abissi della crudeltà umana che l’ha portata a impegnarsi per cambiare i destini degli animali perseguitati, maltrattati, abbandonati.
Attraverso il Fondo Amici di Paco, Diana è riuscita a richiamare l’attenzione distratta di media, istituzioni e tante persone che non conoscevano il volto tragico del randagismo. Mai nessuno, prima di lei, ne aveva parlato. Mai nessuno, prima di lei, aveva scritto libri su un fenomeno incivile come quello dell’abbandono. Mai nessuno, prima di lei, era entrato con la macchina fotografica in un canile per farne un libro di denuncia ma anche di amore come Occhi sbarrati, un reportage commosso e appassionato che ha aperto gli occhi e la mente di tante persone. Da allora tanto è cambiato, e il rispetto e la comprensione verso le creature più deboli e indifese si sono diffusi a macchia d’olio. Ma c’è ancora tanto da fare, e questo libro è un nuovo importante contributo per rendere giustizia a tante vittime innocenti in cerca d’amore.
Le fotografie sono state scattate negli anni durante le sempre più frequenti visite di Diana ai Fratelli Minori di Olbia, uno dei rifugi che stanno più a cuore alla fondatrice del Fondo Amici di Paco, tanto che Tommi, il cagnolino arrivato dopo la scomparsa di Paco, e Benny adottato nel 2018, vengono proprio da lì. Come Sissi e Smoky, i due mici adottati dopo la scomparsa di Maggie, l’amatissima protagonista de La gatta che venne dal bosco.
Non è un libro triste, Cuori grandi così, come non lo è Occhi sbarrati. È un libro dolce, tenero, un piccolo tesoro di belle immagini e riflessioni profonde. Un libro che tutti coloro che amano gli animali dovrebbero regalarsi e regalare per diffondere il messaggio d’amore e gli insegnamenti che vi sono contenuti. Ed è anche un omaggio a tutti i volontari dei rifugi che, con amore e abnegazione, ogni giorno salvano vite e ridanno dignità ai cani e ai gatti rifiutati da umani crudeli, incapaci di dare e ricevere amore.

Simona Rocchi

228 pagine, oltre 300 fotografie a colori, formato 18×18 cm – 24,90 euro

COME ACQUISTARLO:

Il libro Cuori grandi così, in tiratura limitata, è in vendita direttamente dall’editore per consentire ricavi maggiori da destinare in beneficenza:  clicca qui per l’acquisto online (pagamento con paypal, carta di credito o bonifico) oppure qui per conoscere tutte le modalità di acquisto. Per info: tel. 030 9900732, paco@amicidipaco.it,   www.amicidipaco.it

Il ricavato dei libri di Diana Lanciotti (compresi i diritti d’autore) è devoluto al Fondo Amici di Paco per aiutare gli animali senza famiglia. I diritti d’autore di Cuori grandi così, in particolare, saranno utilizzati dal Fondo Amici di Paco per finanziare “Il grande sogno di Salvo”, la mascotte del rifugio Fratelli Minori di Olbia, che prevede la ristrutturazione del rifugio e la realizzazione di un’oasi felina.

INTRODUZIONE

Al rifugio di Cosetta e a Cosetta mi lega una lunga amicizia. Anzi, un profondo affetto. Che nasce dalla condivisione dell’idea di un mondo dove i valori del rispetto e della comprensione hanno un ruolo primario.
I Fratelli Minori di Olbia non esisterebbero senza la forza, la caparbietà, la tenacia, la determinazione, il coraggio, il cuore immenso di questa donna che combatte da anni contro la barbarie, l’inciviltà, la crudeltà e spesso l’indifferenza di chi non sa o non vuole ammettere che gli animali hanno un’anima e provano sentimenti esattamente come noi esseri umani. Animali ai quali viene negato lo stato di esseri senzienti per poterli considerare (e trattare) alla stregua di scarpe vecchie da buttare quando non “servono” più. Anzi, a quelle si riserva un trattamento migliore. Perciò fa comodo negare che provino sensazioni e sentimenti, né più né meno di noi esseri umani. Solo che noi “umani” spesso arriviamo a costruirci intorno al cuore scorze dure come corazze, rendendolo duro e impermeabile all’amore e alla pietà.
Ma provate a chiedere a Cosetta, ad Antonietta, a Federica, a Marco, che ogni giorno sono lì a dare e ricevere amore da tutti quei cani e quei gatti devastati da soprusi, ingiustizie, crudeltà… provate a chiedere a loro se gli animali sono o non sono esseri senzienti. E intanto che ci siete fatevi raccontare alcune delle storie che da anni, giorno dopo giorno, vivono sulla loro stessa pelle, storie che farebbero crollare palazzi, ma a loro danno forza e coraggio per andare avanti con sempre più convinzione. Storie dove l’uomo sembrerebbe, lui sì, un essere “non senziente”, e gli animali si rivelano capaci di provare ciò che certi cuori umani resi pietra non provano.
I cani e i gatti del rifugio I Fratelli Minori mi danno sempre l’impressione di essere “graditi ospiti”, e mai prigionieri contro il loro volere. Non sono mai tristi, abbacchiati, se non appena arrivati, quando ancora non capiscono di essere finalmente in salvo. Poi, una volta lì, riacquistano la fiducia e si trasformano, rifioriscono. Lo stesso vale per i gatti della colonia felina, riuniti in una grande e variopinta tribù da dove non si allontanano, trattenuti non solo e tanto dal cibo e dal riparo, quanto dall’amore di Cosetta e dei suoi ragazzi. Lo stesso amore che fa sì che anche i cani, seppur delimitati per forza di cose in grandi recinti, non diano la sensazione di essere reclusi.
Ogni volta che vado al rifugio l’incontro con Cosetta è un’iniezione di forza, coraggio: con la sua energia mi fa capire che non bisogna mai tirarsi indietro, neanche davanti alle difficoltà in apparenza insormontabili, e si deve continuare a fare ciò in cui si crede con convinzione e fiducia. Cosetta è una vera lottatrice, che dà tutta sé stessa per la causa in cui crede e in cui spende ogni attimo della sua vita. La stessa causa in cui credo io.
Sapere che ci sono persone come lei mi fa capire che tutto quello che da anni stiamo facendo attraverso il Fondo Amici di Paco non è tempo sprecato. In questi 26 anni tante cose sono cambiate e grazie a tanto impegno l’abbandono è un fenomeno in calo, anche se qualcuno preferisce dare cifre a casaccio per dimostrare il contrario. La realtà è che si è creata negli anni una fortissima sensibilizzazione sui temi animalisti, e perciò si parla molto di più di abbandoni, maltrattamenti, crimini contro gli animali. Di conseguenza può sembrare che il fenomeno sia in crescita, mentre è in deciso e (per fortuna) inarrestabile calo. Un altro cambiamento è sulla modalità di abbandono: dallo scaricarli per strada si è passati a scaricarli direttamente nei rifugi, lasciandoli legati di notte ai cancelli, o consegnandoli direttamente nelle mani dei volontari, raccontando di “ritrovamenti” per strada. Così i rifugi registrano molti più accessi rispetto al passato. Diminuisce il randagismo e aumentano gli abbandoni al canile, ma in generale il fenomeno è in calo. In ogni caso non cambia la sostanza: l’abbandono è sempre un gesto incivile e profondamente crudele, una sorta di bomba che esplode nel cuore del cane o del gatto abbandonato e fa a pezzi la sua fiducia, le sue speranze, la sua vita.
Non mi stanco mai di ripetere ciò che Cosetta mi dice spesso: “Quando arrivi qui e varchi il cancello tutti i problemi restano fuori”. Sì, restano fuori, e tu entri in una dimensione fatta di amore, solidarietà, compassione nel senso vero e profondo del termine.
Certo, è pur sempre un canile, e si sa che tutti i cani, ma anche i gatti, dovrebbero avere una casa e una famiglia. Ma finché ci saranno persone che si disfano dei loro cani e dei loro gatti con la stessa disinvoltura con la quale si disfano di una scarpa vecchia, per fortuna che c’è questo rifugio. E per fortuna ci sono tanti altri rifugi che accolgono animali rifiutati da una società che per definirsi civile ha ancora tanta strada da fare.
Ci sarebbe da dire tantissimo sulla realtà dei Fratelli Minori di Olbia e un libro non basterebbe. Voglio perciò concludere queste note con le parole che ho scritto a Cosetta alcuni anni fa, dopo una delle tante visite al rifugio per consegnare gli antiparassitari che ogni anno grazie ai sostenitori del Fondo Amici di Paco doniamo a decine di rifugi in tutta Italia:

“Grazie Cosetta. Come sempre incontrarti e visitare i tuoi bimbi del rifugio è una grande emozione. Quando si viene lì, accolti dal vociare allegro di qualche centinaio di cani, si entra in un’altra dimensione. E ogni volta, mentre mi aggiro tra i recinti, armata di macchina fotografica per poter trasmettere a tutti, fuori di qui, la grandezza di ciò che fate per aiutare tutti quegli animali rifiutati da umani senz’anima, e vedo te che allunghi la mano per una carezza che non neghi a nessuno di loro, e vedo loro che si precipitano ad annusare, leccare quella mano con una sorta di adorazione, provo qualcosa che non è facile spiegare.
Ho sempre detto (e l’ho anche scritto in “Occhi sbarrati”) che i cani del tuo rifugio sono allegri. Ed è inspiegabile, se ci si pensa, che possano essere allegri cani che avrebbero diritto a una casa e una famiglia e invece sono rinchiusi, a volte per tutta la vita, dentro un box. Raramente ho visto cani così felici, in altri canili. Credo che il segreto della loro felicità sia l’amore, che voi dispensate a piene mani, insieme al cibo.
Ieri mi hai detto una frase che mi ha molto colpita: «Guardali, sono felici. Per loro il mondo è tutto qui: non sanno che fuori c’è un altro mondo.»
Ed è questa la grandezza del cuore dei cani: che, se li ami, se non li fai sentire soli ed emarginati, sanno essere felici anche al chiuso di una gabbia. La felicità l’hanno dentro di loro, e basta una carezza, una parola dolce, per farla sgorgare.
Mi hai detto un’altra cosa molto bella su cui riflettere: «Quando vieni qui, tutti gli altri pensieri se ne vanno via. Ti dimentichi perfino di mangiare e di bere. Ci sono solo loro.» Ed è vero. Verissimo. Siamo stati lì da mezzogiorno fin quasi alle quattro. E non ci siamo ricordati neanche per un attimo che non avevamo pranzato. Quando si entra lì, tutti i brutti pensieri restano chiusi fuori dal cancello.
Da un recinto all’altro, da una gabbietta per degenti all’altra, hai voluto mostrarmeli tutti e per tutti hai avuto una parola affettuosa, un gesto colmo d’amore. Per loro tu sei un angelo… E ti adorano, lo vedo da come ti guardano e protendono il muso in cerca della tua mano.
E anche tu li adori. Sennò non avresti quell’aria così serena mentre li guardi e non faresti tutti gli immensi sacrifici che fai per loro.
Grazie Cosetta, grazie. È stata una giornata di emozioni forti e di grande consolazione. Tra tanta crudeltà, tanto odio, la vostra è un’oasi dove si respirano bontà e amore.
Abbracciali tutti da parte mia”.

Mi rendo conto però che le parole non possono descrivere ciò che si prova andando al rifugio e quanta speranza si provi, in un mondo improntato alla cattiveria o all’indifferenza, nel trovare un’oasi di bontà. Quindi, basta parlare e spazio alle immagini. E solo a poche parole, per accompagnarle con qualche riflessione o una storia che mi ha particolarmente colpita. E se vorrete approfondire che cosa fa il Fondo Amici di Paco per il rifugio dei Fratelli Minori e per decine di altri rifugi in tutta Italia, troverete alcuni articoli alla fine del libro. O, meglio ancora, andate a visitare un rifugio: ne uscirete cambiati. È un’esperienza da fare, almeno una volta nella vita.

 

Diana Lanciotti

 

Altre foto e info: https://www.dianalanciotti.it/cuori-grandi-cosi/

Gli altri libri fotografici di Diana Lanciotti:

I miei musi ispiratori

Occhi sbarrati

Paco, il simpatico ragazzo

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