PREMIO LETTERARIO NAZIONALE “FONDO AMICI DI PACO”
Settima edizione 2004/2005

PACO PREMIA I RAGAZZI CHE AMANO GLI ANIMALI

Ha preso il via la settima edizione del Premio Letterario Nazionale Fondo Amici di Paco rivolta agli studenti delle medie, che vede ogni anno la partecipazione di circa 8.000 studenti da tutta Italia.Dopo aver letto il libro “Paco, il Re della strada”*, immagina di scrivere al protagonista, Paco, una lettera nella quale gli esprimi i pensieri, le riflessioni e le speranze che la lettura della sua storia ti ha ispirato, soffermandoti in particolare sul capitolo che ti ha maggiormente colpito.
* Paco, il Re della strada – Diana Lanciotti – Ed. Mursia – Elemond

Con questo enunciato il Fondo Amici di Paco, l’associazione nazionale per la tutela dei cani ispirata alla ormai mitica figura del cagnolino Paco, si ripropone a tutti gli studenti delle scuole medie italiane per la settima edizione del Premio Letterario Nazionale che prende il nome dall’associazione stessa.
L’enunciato fa riferimento a Paco, il Re della strada, il libro diventato un cult per gli amanti degli animali. Scritto da Diana Lanciotti, scrittrice, giornalista e mamma adottiva di Paco da quasi 13 anni, grazie al notevole successo ottenuto in libreria, è diventato anche testo di narrativa scolastica, adottato ogni anno da numerose scuole medie italiane. La storia di Paco, cane di famiglia abbandonato per strada in mezzo a mille pericoli, è un monito per tutti coloro che non pensano a quanto un animale abbandonato possa soffrire (fisicamente e psicologicamente) e una speranza per migliaia e migliaia di cani che, grazie a Paco, potranno avere un futuro migliore. Infatti Diana Lanciotti ha sin dall’inizio deciso di destinare i diritti d’autore al Fondo Amici di Paco (l’associazione da lei stessa fondata) per sostenerne le attività a favore dei cani (e dei gatti) più sfortunati di Paco.
Il Premio Letterario Nazionale è senza dubbio la più importante iniziativa di sensibilizzazione che vede impegnato ogni anno il Fondo Amici di Paco. Anche per l’anno scolastico 2004/2005 la locandina con il bando di concorso è stata inviata in gennaio ai Presidi di tutte le scuole medie italiane.
Abbiamo parlato del Premio Letterario con Diana Lanciotti, coordinatrice della Giuria e autrice di tre altri libri di grande successo: C’è sempre un gatto, Paco. Diario di un cane felice, e Black Swan-Cuori nella tempesta, i cui diritti vanno devoluti al Fondo Amici di Paco.

Anche nella scorsa edizione, la sesta, più di 8.000 temi partecipanti. Contenta dei risultati?

Felicissima. Questo dato dimostra l’entusiasmo di insegnanti e studenti verso la nostra iniziativa. Attraverso il nostro Premio Letterario vogliamo portare i ragazzi a riflettere sul grosso debito degli umani verso gli animali e a rispettare tutte le creature della terra. Sono convinta che, grazie a noi e al fondamentale supporto della scuola, i ragazzi che oggi partecipano al concorso anche da adulti continueranno a nutrire nei confronti del prossimo (inteso come uomini ma anche come animali) gli stessi sentimenti di rispetto e responsabilità.

Siete ormai alla settima edizione: i professori continuano a seguirvi con lo stesso entusiasmo?

Sempre di più. Ormai per loro il Premio Letterario Nazionale Fondo Amici di Paco è diventato un appuntamento fisso, un punto di partenza per avviare in classe la discussione sul rapporto uomo/natura/animali, argomento che viene successivamente approfondito, anche al di là della semplice partecipazione al concorso, con tanto di dibattiti, ricerche, lavori di gruppo, tutti finalizzati a comprendere nel modo più completo il significato dell’espressione “rispetto degli animali e della natura”.

C’è ancora chi vi critica perché vi occupate di animali, invece che di bambini?

Sempre di meno. E a chi lo fa rispondo, credendoci fino in fondo, con una frase di San Tommaso d’Aquino: “Se un uomo mostra una pietosa compassione verso gli animali, ancor più sarà disposto a comportarsi con pietà verso i propri simili”. Occuparsi di animali, spesso, coincide con l’occuparsi di bambini: sono mondi tanto vicini tra loro, che si cercano e si completano magnificamente. I bambini traggono grande giovamento dalla convivenza con un animale domestico, ed imparano sin da piccoli ad aprire la mente e il cuore verso specie e realtà diverse da loro.

Anche quest’anno chiedete come requisito per la partecipazione al Premio la lettura del suo libro “Paco, il Re della strada”. Dai risultati di partecipazione si direbbe che questa scelta non è un limite.

No, infatti. Ormai, in previsione del concorso, ogni anno tante scuole in più adottano il libro di Paco. Per gli insegnanti è fondamentale disporre di uno strumento, come è il libro di Paco, su cui poter basare una delle attività caratterizzanti di tutto l’anno scolastico. Lo chiamano “percorso didattico”: adottano il libro, ne parlano in classe, ci costruiscono un lavoro e poi i ragazzi fanno il tema, che diventa il logico corollario o a volte un punto di partenza per ulteriori approfondimenti.<p>
In effetti il libro di Paco è molto adatto ai ragazzi, perché li fa riflettere divertendoli.

Forse non dovrei essere io, l’autrice, a dirlo, però dai riscontri che ho dagli stessi professori quando mi scrivono o telefonano, o dai ragazzi quando vado nelle scuole con Paco, o quando loro stessi scrivono a Paco, mi accorgo che la lettura del libro non è vista come uno dei soliti compiti “pizzosi” imposti dalla scuola, ma come un divertimento. Così, intanto che si divertono, imparano a capire e amare gli animali.

Quindi, anche il prossimo anno il tema partirà dal libro di Paco.

Di certo. Anche perché così invogliamo gli insegnanti ad adottare il libro, cosa importantissima visto che i diritti d’autore ci servono ad aiutare tanti cani e gatti senza famiglia.

Un’ultima domanda. I suoi lettori, dopo il successo di Black Swan, sono in attesa del preannunciato White Shark, il suo nuovo romanzo. Tutti se lo aspettavano per Natale.

Lo so e mi dispiace di averli delusi. Uscirà a Natale, ma il prossimo. Il 2004 per me è stato un anno di capovolgimenti personali e lavorativi. Siamo stati travolti e stravolti da un trasloco che pareva infinito, di casa e ufficio. E dopo quarant’anni nella stessa casa (e quattordici nello stesso ufficio) è stata dura e pesante, anche perché abbiamo cambiato addirittura città. Basta pensare alle cose personali e di lavoro che si accumulano in decine di anni… Ma ora sono più tranquilla e sto cercando di recuperare.

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