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Vi ricordate la storia del bradipo salvato dal Fondo Amici di Paco dopo che Edoardo Stoppa di Striscia la notizia aveva denunciato le condizioni in cui viveva? Ne abbiamo parlato diffusamente su questo sito (v. link) e sul numero 45 di”Amici di Paco”, racontando come sono andate le cose e come la solidarietà e la generosità degli “amici di Paco” siano riuscite a liberare il bradipo. Non potendolo rimettere in libertà, visto che era nato e vissuto in cattività, l’unica soluzione era riscattarlo e affidarlo a una struttura che desse tutte le garanzie di ospitarlo nel migliore dei modi.


«Abbiamo valutato tutte le possibilità, ma ci siamo resi conto che purtroppo non c’erano alternative» spiega Diana Lanciotti, fondatrice del Fondo Amici di Paco, dalla quale è partita l’idea di salvare il bradipo. «L’unica possibilità di portarlo via era proprio comprarlo. Se non lo facevamo noi avrebbe potuto farlo chiunque altro e il rischio che capitasse in mani sbagliate era troppo alto. L’abbiamo quindi acquistato e donato a una struttura che ci dà le garanzie di accudirlo con professionalità.»

 

Diana Lanciotti e il marito Gianni Errico hanno infatti individuato nel Parco Natura Viva di Bussolengo, in provincia di Verona, la struttura adatta per garantire al bradipo condizioni di vita consone alla sua natura. E in quindici giorni Diana ha organizzato l’operazione “Salviamo il bradipo”, liberandolo dopo che nessuno ci era riuscito (associazioni e privati avevano fatto proteste per sei mesi, ma inutilmente).
Il bradipo, accolto dai fondatori del Fondo Amici di Paco, in rappresentanza di tutti i sostenitori che hanno contribuito alla sua liberazione, è giunto al Parco Natura Viva il 15 dicembre. Dopo essere stato visitato è stato portato nella sua nuova casa, un ampio spazio all’interno della serra tropicale che riproduce il suo habitat, dove viene costantemente assistito dallo staff veterinario del Parco.
Ora il bradipo si è perfettamente ambientato, gode di ottima salute ed è aumentato di peso. Come ci riferisce il direttore scientifico del Parco Natura Viva, il dottor Cesare Avesani Zaborra:

 

«Nei primi giorni dopo il rilascio appariva nervoso e spaesato, fino a quando non gli abbiamo offerto la possibilità di rifugiarsi all’interno di un “nido- tana” in legno dentro il quale passa la maggior parte delle ore del giorno. Il suo comportamento è ora, infatti, più simile al comportamento manifestato da questi individui in natura, che risultano essere più attivi nelle ore crepuscolari e di notte. Infatti il bradipo resta inattivo per la maggior parte della giornata stando all’interno della sua casetta/nido, dove di tanto in tanto mette fuori la testa per ispezionare l’ambiente circostante, diventando poi attivo nelle ore crepuscolari e nelle ore notturne dove consuma il cibo che gli viene preparato, scegliendo tra le molteplici tipologie di frutta e verdura che gli somministriamo. Inoltre integriamo la dieta con uova, riso bollito, patate lessate e pellet che somministriamo come arricchimenti alimentari, necessari per un’alimentazione completa. Poiché la nostra attenzione per gli animali che ospitiamo ci porta a cercare di far manifestare loro comportamenti specie-specifici e quindi tipici del loro ambiente naturale, oltre al cibo tagliato e preparato in ciotole appese, spesso appendiamo direttamente il cibo a rami e corde presenti nel reparto. Il bradipo ha gradito molto queste attenzioni tanto da preferire il ciuffo di radicchio appeso, piuttosto che quello tagliato, così come il finocchio e la carota appesi rispetto a quelli tagliati e sistemati nella ciotola. Insomma, si comporta sempre più come un vero bradipo.»

È stato accertato che il bradipo è una femmina. Gli è stato dato il nome di… Speedy. Una stora finita bene, quindi, grazie all’intervento del Fondo Amici di Paco e dei suoi sostenitori. È importante, però, scoraggiare il traffico e l’acquisto di animali esotici. In tal senso il salvataggio del bradipo ha anche un importante valore simbolico, come ci spiega Diana Lanciotti.

«Acquistando il bradipo come associazione, e impedendo perciò che fosse un privato a farlo, abbiamo voluto disincentivare gli acquisti di animali esotici. Infatti l’abbiamo liberato non per tenerlo noi, in casa, ma per affidarlo a una struttura idonea in grado di assicurargli una vita sana e dignitosa. Vogliamo ribadire che nessun privato può pensare di tenere in casa un animale non domestico. Vanno lasciati in natura, quindi è importante non acquistarli per stroncare questo traffico assurdo. Non acquistate animali esotici. Se avete questo amore per l’avventura, provate a esplorare la mente del vostro cane e del vostro gatto, dove c’è un mondo affascinante da scoprire. Bastano un po’ d’impegno e di buona volontà.»

Simona Rocchi
Ufficio stampa Fondo Amici di Paco

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