Gia’ molto diffusi in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, gli ‘hearing dogs’
cioe’ i cani per audiolesi stanno pian piano diventando una realta’ anche in
Italia.Roma, 7 dic. (Adnkronos) – Gia’ molto diffusi in Gran Bretagna e negli Stati
Uniti, gli ‘hearing dogs’ cioe’ i cani per audiolesi stanno pian piano
diventando una realta’ anche in Italia. Addestrati a segnalare alle persone
non udenti la presenza di suoni abituali come il campanello della porta, la
sveglia, il telefono e ancora il pianto di un bambino, l’allarme
antincendio, le sirene di veicoli d’emergenza, ecc., diventano dei veri e
propri ‘compagni di vita’ di chi e’ portatore di questo tipo di handicap.

”Il non udente, a differenza di quanto si crede normalmente -spiega Claudio
de Cato, responsabile tecnico dell’Anucss (Associazione nazionale utilizzo
del cane per scopi speciali)- e’ ancor piu’ isolato di quanto non lo sia un
non vedente, che sviluppa altri sensi. E il suo handicap rischia di isolarlo
completamente dal resto del mondo. Quindi con il cane si crea un rapporto
affettivo davvero molto stretto, visto che oltre a offrire sicurezza diventa
una vera compagnia”.

Nata nel 1998, l’Anucss e’ una associazione che si propone di realizzare
programmi di attivita’ e terapie assistite per persone portatrici di
handicap o comunque per soggetti cosiddetti deboli come anziani e bambini,
avvalendosi dell’ausilio di animali, con lo scopo di assicurare benessere e
di migliorare la qualita’ della vita. ”In Italia questo tipo di attivita’
e’ ancora poco conosciuta e diffusa -continua de Cato- anche se, devo
ammetterlo, negli ultimi tempi sono stati fatti grossi passi avanti. E’ la
prima volta infatti che riceviamo dei finanziamenti pubblici, in particolare
dalla Provincia di Roma, per addestrare cani d’assistenza per soggetti non
udenti”.

Il cane e’ l’animale piu’ adatto a questo tipo di attivita’ per la sua
socialita’ e capacita’ di recepire e trasmettere segnali comunicativi
all’uomo che si traduce in un’estrema disponibilita’ al rapporto e allo
scambio affettivo. ”Il progetto della Provincia, ideato e gestito da noi in
collaborazione con l’Istituto di Ortofonologia di Roma -spiega ancora de
Cato- prevede la realizzazione di un centro per l’allevamento, la selezione
e l’addestramento di cani per non udenti. In particolare -continua- saranno
preparati alcuni animali per alcuni soggetti non udenti, selezionati
dall’Istituto, che ne avranno fatto regolare richiesta”.

”In questo momento -afferma il responsabile tecnico dell’Anuccs- stiamo
preparando tre golden retriever. Abbiamo scelto questa razza sia perche’ la
utilizziamo gia’ per le terapie assistite ma anche perche’ e’ una razza
sicura, con un carattere socievole a cui piace molto stare in mezzo alla
gente. Infatti il nostro obiettivo e’ proprio quello di creare un cane
‘sociale’ in grado di creare un rapporto affettivo con il portatore di
handicap”. ”Noi sfruttiamo la capacita’ del cane -spiega de Cato- di
discriminare i suoni. C’e’ comunque una differenza fondamentale tra il cane
guida per i non vedenti, che e’ un rilevatore di ostacoli, e quello per non
udenti che sa riconoscere solo alcuni suoni che gli vengono insegnati. Il
cane riconosce infatti quel campanello, quella sveglia, ecc.”

”Quando il cucciolo ha 3 mesi, comincia la socializzazione -continua
l’esperto- poi intorno ai 6-7 mesi fino ai 15 inizia l’educazione di base,
come la condotta al guinzaglio. E’ in questo arco di tempo che gli
insegniamo anche a riconoscere i primi suoni e come avvertire il padrone: il
cane piccolo tende infatti a saltare addosso. Nei tre mesi successivi, dai
15 ai 18 mesi, comincia il periodo di socializzazione e conoscitivo con il
non udente. ”In questi tre mesi, che hanno l’obiettivo di creare un
rapporto tra il cane e il padrone -afferma de Cato- noi seguiamo il cane e
il suo padrone, affiancandoli. A partire dai 18 mesi, invece, cominciano a
vivere insieme da soli”.

Da Corsera News 7 dicembre 2003

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