Torna in libreria, dopo 10 anni, un libro tenero e dolce scritto da un grande autore inglese. All’epoca ebbe grande successo con Mondadori. Ora Paco Editore ne ha acquisito i diritti e lo propone ai suoi lettori, con la certezza che lo apprezzeranno come merita. Come per tutti i libri di Paco Editore, il ricavato è destinato al Fondo Amici di Paco per aiutare i cani e i gatti senza famiglia.Quando un uomo incontra il gatto della sua vita, il gatto gli ruba il cuore e lui… ruba il gatto. E’ così che succede, ed è così che nasce una passione, la grande passione per i gatti, e l’idea di un libro capace di appassionare tutti i gattofili ma non solo.
Una saga irresistibile e appassionante che racconta la “storia d’amore” tra un uomo e un gatto, incontrato (forse) per caso e capace di sconvolgergli la vita.

Può un micino alto una spanna, bagnato fradicio e infreddolito, avere la forza di sconvolgere la vita di un uomo tutto d’un pezzo, acclamato scrittore e sceneggiatore televisivo, e scardinare come un tornado i punti saldi della sua tranquilla esistenza? Può, certo, se questo micino gli compare davanti all’improvviso in un giorno di pioggia e… gli sorride.
Da quel momento l’autore, che qui narra una storia assolutamente incredibile ma assolutamente vera, diventa prigioniero del piccolo micio bianco. E la sua casa diventa il teatro di una sarabanda di avventure, una più irresistibile, una più incredibile dell’altra. Come quando il micio, rinchiuso per sbaglio nel frigorifero, ne esce ore dopo duro come un ghiacciolo e per riscaldarlo l’autore e la moglie gli confezionano una tutina termica, cosicché da quel momento il gatto si ritrova cucito addosso anche il suo nuovo, strano nome: Thermal.
Incontenibile come può esserlo un gattino scampato al gelo di una cella frigorifera, Thermal dimostra la sua riconoscenza mettendo a soqquadro la quiete di una casa finora rispettabile, facendola diventare una sorta di circo equestre.
Narrata con stile spumeggiante, brioso e autoironico, come compete a un umorista inglese di gran classe, la storia di Thermal vi farà sorridere e commuovere, ma soprattutto vi appassionerà, facendovi scoprire che, quando un gatto decide di entrare nella vostra vita, non c’è porta chiusa che tenga…
Una lettura divertente, ironica, appassionante, per chi ama gli animali ma soprattutto per chi è in cerca di un buon libro, distensivo, intelligente e ben scritto.

PREFAZIONE
Ce l’ho fatta!
A far cosa? direte voi. Mica l’hai scritto tu questo libro.
E’ vero, non l’ho scritto io ma il fatto di pubblicarlo per Paco Editore mi rende orgogliosa come se l’avessi scritto io.
Diciamo che “Il gatto che venne dal freddo” è il libro che avrei voluto scrivere. Ed è a mio… insindacabile giudizio, il più bel libro scritto sui gatti.
Vedrete, quando l’avrete letto anche voi la penserete come me.
Io, come forse alcuni di voi, ho avuto il privilegio di leggerlo dieci anni fa, quando fu pubblicato da Mondadori. Che, mi permetto di dire per nostra fortuna, non lo ha più ripubblicato, ma ha ceduto a noi i diritti di traduzione, e così ora possiamo essere i fieri e orgogliosissimi editori di questo splendido libro.
Allora, dieci anni fa, ero attratta da tutti i libri che parlavano di gatti… forse perché mi accingevo a scriverne uno io stessa*.
Ma il libro di Deric Longden mi attrasse più di tanti altri che ormai occupavano la mia libreria. Non fu tanto la copertina, seppur molto carina, con l’illustrazione di un tenero micetto dall’aria spaurita paludato in una specie di pigiamino frufru, ma fu la lettura della frase d’attacco (spesso a farmi decidere di comprare o no un libro è proprio l’incipit).
“Se il micio non mi avesse sorriso, be’, forse avrei potuto resistergli”…
Io ho sempre avuto gatti e, a forza di stargli insieme, so che possono sorridere. Ma da qui ad avere il coraggio di scriverlo, di attribuire cioè a un gatto un’espressione tipicamente umana, be’, ci vuole coraggio. Fu proprio il coraggio di dire quella verità che tutti i felici conviventi di un gatto conoscono, ma difficilmente ammettono, a colpirmi.
Deric Longden quel coraggio l’ha avuto. Ha avuto il coraggio di arrendersi al sorriso di un micio e di ammetterlo. Di scriverlo addirittura. Di raccontare questa storia deliziosa, che parla della resa senza condizioni di un uomo all’amore per un gatto.
Da lì in poi, da quella frase in poi, il libro è diventato mio. A casa lo lessi tutto d’un fiato, sorridendo, ridendo, commuovendomi. Ma soprattutto ammirando la capacità di Longden di cogliere certe sfumature, di saper leggere e interpretare con grande sensibilità il punto di vista di un gatto. Leggerete, e vi delizierete, i deliziosi dialoghi tra l’autore e il gatto, e poi mi direte se non ho ragione.
Il tutto, poi, è scritto molto molto e ribadisco molto bene, con uno stile brioso, a tratti spumeggiante. Ma sempre elegante, anzi elegantissimo.
Ecco, è questo il punto. L’eleganza con cui Longden ci racconta la storia di Termal, che è poi anche la sua. Poteva essere facile, vista la sarabanda di avventure che, suo malgrado, Termal vive e fa vivere, o subire, ai suoi nuovi amici umani, lasciarsi trascinare e caricare la dose, strafare. Invece Longden, da gran maestro della scrittura qual è, mantiene la narrazione in un perfetto equilibrio, e quando fa dell’ironia non è mai gratuita, ma sempre garbata eppure altamente esilarante.
Nel descrivere questo gioiellino della letteratura anglosassone non posso non citare l’ottima traduzione di Mariapaola Dettore, una traduttrice coi fiocchi che sa cogliere lo spirito della narrazione e districarsi abilmente nei complicati modi di dire inglesi, porgendoceli nella migliore forma italiana, senza nulla togliere in fedeltà e freschezza alla versione originale. Ed è grazie all’ottima traduzione se il libro di Longden nel passaggio dall’inglese all’italiano non ci perde, ma mantiene scorrevolezza, piacevolezza, briosità.
Insomma, avrete capito che sono semplicemente, perdutamente innamorata di questo libro. Uno dei libri più consunti della mia collezione, visto che mi capita molto spesso di riprenderlo in mano e leggerne qualche pagina qua e là. E’ un’ottima cura contro il malumore, e ve la consiglio.
Due o tre pagine di Longden prima o dopo i pasti, due o tre volte al dì, sono un magico toccasana contro la tristezza. Certo, non vi sganascerete dalle risate come può capitare con uno di quei libercoli umoristici scritti dal comico di turno, quelli che vanno in libreria sotto Natale. No, no, niente a che fare.
A volte, sulle pagine più toccanti, vi capiterà anche di commuovervi (a me capita ancora, alla centesima rilettura), però per favore continuate a leggere, andate avanti. Vedrete: il sorriso è di nuovo lì, pronto a spuntare.
Ecco perché sono felicissima di proporvi questo libro. Ecco perché, quando ho scoperto che Mondadori ne aveva cessato la pubblicazione, mi sono precipitata a chiedere il permesso di pubblicarlo. Averlo non è stato facile. Le trattative con l’agenzia inglese sono state lunghissime e snervanti. Confesso che se non ci avessi tenuto così tanto avrei lasciato perdere. Ma ci tenevo, Tantissimo. E ho insistito. Così, dopo una trafila durata quasi due anni, la vicenda è andata in porto.
Lasciatemi dire ancora una volta che questa vittoria, ancor più perché così tribolata, mi rende felice.
Buona lettura!

Diana Lanciotti
Direttore editoriale Paco Editore

*C’è sempre un gatto – Dodici gatti unici con finale a sorpresa (1995 Felinamente & C. – Gruppo Mursia)

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